Storia dell’Ecole des beaux arts e del panorama parigino

Il triangolo dell’istruzione artistica a Parigi

Quando Sargent arrivò a Parigi nel 1874 (18 anni), il mondo dell’arte era composto da 3 corpi distinti che coesistevano simbioticamente in un triangolo. Al vertice di questo triangolo c’era l’Ecole des beaux arts, impregnata di tradizione, e irrimediabilmente ferma su questa, fondata per produrre pittori classici in un mondo in cui invece si incominciava ad apprezzare sempre di più i pittori che si spingevano oltre (Manet e altri). Malgrado ciò, l’Ecole era riconosciuta come l’apice dell’istruzione artistica, con esami così difficili da essere considerata la migliore scuola. Essere accettati dall’Ecole significava essere il migliore e, anche se una rivoluzione stava avvenendo nel campo dell’arte, questa non attecchì sulle masse, se non più tardi. Il secondo punto del triangolo erano i più piccoli e indipendenti atelier, dove gli studenti imparavano direttamente il mestiere sotto la tutela di un maestro riconosciuto da tutti, che non faceva parte dell’Ecole. Gli studenti che non andavano all’Ecole imparavano in questi atelier, con la speranza di passare gli esami di ingresso dell’Ecole. C’erano inoltre studenti di questa prestigiosa accademia che speravano di emergere associando il loro nome insieme a quello di un maestro operante nel settore. Questi Maestri gestivano i loro atelier come simbolo della loro grandezza, perché il successo che i loro studenti avrebbero avuto all’Ecole o al Salon rifletteva su di loro, facendoli apparire come grandi e di successo. Il successo dei loro studenti portava loro sempre più commissioni. Il successo portava successo. Più bravo era il maestro, più gli studenti talentuosi volevano imparare da così tanta esperienza. La competizione tra gli atelier indipendenti significava che l’Ecole poteva alzare l’asticella ancora più in alto, garantendo solo il meglio del meglio. Il terzo punto del triangolo era il Salon de Paris, che si teneva annualmente. Era lo show dove ognuno sperava di avere successo e l’occasione in cui il pubblico era solito incaricare commissioni ai loro artisti preferiti. Era il luogo da vedere, per farsi conoscere. I quadri esposti avevano in allegato non solo l’artista che aveva eseguito l’opera, ma anche l’atelier da cui proveniva e sotto chi aveva studiato. Il Salon era il culmine di tutto lo sforzo di un anno di lavoro intenso, sia per l’Ecole che per gli atelier. Non tutti i quadri erano accettati, bisognava spedirli ad una giuria per farli revisionare. Durante la pausa estiva, quasi tutti, tra maestri, insegnanti e studenti, lasciavano la città, viaggiavano e dipingevano en plein air.
Il quarto punto al centro di questo triangolo era la vivace vita dei cafè parigini, dove tutti si riunivano per parlare di arte. Loro vivevano, respiravano e bevevano l’arte, letteralmente ventiquattro ore su ventiquattro. I cafè erano delle estensioni informali degli atelier e dell’Ecole. I maestri si riunivano ad un tavolo ricco di loro studenti e seguaci per argomentare e discutere su teorie e tecniche e, quando c’era il Salon, fare critiche sui lavori altrui. È, infatti, dai cafè che le avanguardie si svilupparono e da cui nacque l’impressionismo.
Ricapitolando:
L’ecole des Beux–arts
Atelier indipendenti
Esposizione annuale al salone del Louvre
Cafè

 

Ecole nationale supèrieure des Beux–arts

Questa scuola nacque nel 1648, fondata dal cardinale Mazarin, e chiuse, dopo 320 anni, nel 1968.
Molta enfasi era posta sul disegno, prima di permettere agli studenti l’avanzamento alla pratica pittorica, e ognuno doveva attraversare un rigoroso processo di apprendimento. Per prima cosa imparavano a disegnare dalle incisioni, anche chiamato “disegno dal piatto (2D)”. Solo quando avevano appreso questo con maestria, potevano iniziare a disegnare dai calchi in gesso o, come si usava dire all’epoca, “disegno dal rotondo” o “dall’antico”; solo allora potevano poi avanzare e disegnare dal vero da modelli nudi.
Il concorso più importante che aveva luogo presso questa scuola era il Grand Prix de Rome, nato nel 1663. Le sezioni nelle quali si poteva concorrere erano: pittura, scultura, architettura, incisione, musica, ma il premio di pittura era quello più seguito a livello nazionale e internazionale.
Per competere in questo contest bisognava avere una lettera di presentazione scritta da un noto professore d’arte, essere di nazionalità francese e sotto i 30 anni; bisognava poi passare degli esami di ammissione e, se qualificati, occorreva poi presentarsi il giorno della 1° prova.
Il primo a vincere il Grand Prix de Rome, sezione quadri storici, fu Pierre Monier (o Meunier) nel 1663, con il suo quadro “Moses, overtaker by indignation at the sight of Israelities worshipping the golden idol, breaks the tables of law”. L’ultimo a vincere, invece, fu Michel Niel Froment, con “Garden of Delights”, nel 1968, l’ultimo anno in cui si è tenuto il contest.

Grand Prix de Rome, sezione pittura:
Il ramo del contest pittorico era quello più seguito, potevano parteciparvi soltanto 100 persone selezionate, durava 106 giorni e prevedeva 3 prove da superare. Vi si poteva partecipare sotto due distinte categorie:

dipinti storici: con temi allegorici, mitologici, biblici, storici;
dipinti di paesaggi storici: questa sottocategoria veniva proposta solo una volta ogni 4 anni. Venne introdotta nel 1816 e abolita nel 1863, fu quindi proposta per sole 13 volte. Questa categoria prevedeva tre prove, come nel contest per dipinti storici, con un’unica differenza: il paesaggio doveva essere il centro dell’attenzione e le figure umane dovevano avere tra i 12 e i 24 centimetri di altezza.
Il premio Grand Prix de Rome per dipinti storici era considerato il massimo premio a livello mondiale per un pittore.
I premi erano 4:
Premier Grand Prix de Rome;
Second Grand Prix de Rome;
Deuxième second Grand Prix de Rome;
Menzione onoraria.
Di solito veniva assegnato solo un premio e, se i quadri inoltrati non fossero stati considerati all’altezza, il premio Grand Prix sarebbe continuato negli anni, finchè non si fossero trovati tutti i vincitori.
Chi vinceva poteva studiare a Roma all’Academie de France e immergersi nell’arte italiana e greca, per una durata tra i 3 e i 5 anni a spese del governo francese, a patto che, durante la permanenza, gli artisti producessero dei quadri sotto precise direttive.
Prove per vincere la sezione pittura:
Le prove per vincere erano 3 e cosi costituite.

1 prova

Inizio: inizio della primavera
Tempo: 12 ore
Dove: gli studenti venivano chiusi a chiave dentro la scuola e non avevano il permesso di uscire finchè non avessero svolto il compito
Compito: uno sketch pittorico di 32.5*40.5 cm
Soggetto: scelto dal supervisore, poteva essere biblico, mitologico, allegorico, storico.
Al completamento, la firma doveva essere messa sul retro e non davanti, questo per garantire l’anonimato dei partecipanti. I giudici valutavano i lavori alcuni giorni dopo: erano presenti un professore di pittura e alcuni membri dell’accademia. Gli sketch venivano poi numerati e presentati davanti alla giuria, il cui compito era di selezionare solo 20 semifinalisti. Una volta fatto ciò, questi sketch venivano messi sottochiave.

2 prova

Inizio: 5 giorni dopo lo svolgimento della 1 prova
Partecipanti: 20
Tempo: 4 sessioni da 7 ore ciascuna.
Dove: nello stesso luogo della 1 prova
Compito: uno studio dal vero di un nudo maschile alto 81*65 cm, la posa veniva scelta dal supervisore.
Alcuni giorni dopo, la stessa giuria della prima prova giudicava i quadri, anche loro numerati, insieme agli sketch fatti durante la prima prova. Sceglievano dunque 10 finalisti e anche questi quadri, insieme agli sketch, venivano messi sotto chiave.

3 prova

Inizio: 1 settimana dopo la 2 prova
Pertecipanti: 10
Tempo: 72 giorni
Dove: nell’accademia in uno studio singolo per ogni partecipante
Compito: un dipinto di 1.137*1.465cm
Soggetto: veniva scelto in segretezza da 10 membri dell’accademia. Un segretario dell’accademia, accompagnato da due commissari, leggeva l’argomento di cui il quadro doveva trattare. Se l’argomento era conosciuto da qualche partecipante se ne sceglieva uno nuovo.
I quadri finiti, poi, venivano messi sottochiave, in attesa di essere verniciati e del giudizio finale. Alcuni giorni dopo, venivano esposti in cornici con il vetro insieme agli sketch preparatori, così che, la giuria, i giornalisti e il pubblico, potesse vederli. Lo svelamento dei 10 dipinti finali era un evento popolare, annuale nella Francia del XIX secolo.

Ancora sulla Ecole des Beaux Arts

L’istruzione in Europa ha una lunga e prestigiosa tradizione. Iniziò durante il medioevo, quando i grandi maestri del passato cedettero le loro conoscenze artistiche ai loro apprendisti. Nel 1648, un gruppo di giovani artisti decise di tagliare i legami dall’establishment dell’epoca, che li raggruppava insieme agli artigiani. Si aggregarono e a Parigi formarono il primo istituto di belle arti. Considerato rivoluzionario per il suo tempo, questa nuova scuola venne modellata prendendo come esempio alcuni istituti Italiani già esistenti e fu chiamata “Acadèmie Royale de Peinture et de Sculpture”.
L’obiettivo principale della scuola era di fornire istruzione gratis e di promuovere uguaglianza tra gli studenti. Con questo spirito democratico, si rese possibile l’accesso a studenti provenienti da qualsiasi ceto sociale.
Una vasta gamma di concorsi promossero l’uguaglianza sociale, permettendo agli studenti di avanzare soltanto per il loro merito. Questo è lo specchio ancora acerbo dell’Ecole des Beaux Arts.
La prima lezione fu fatta in pubblico l’1 febbraio del 1648 da Charles Le Brun, allora 29 enne, di fronte a tantissimi studenti e amanti dell’arte. La scuola non solo aveva introdotto un nuovo modo di insegnare l’arte, ma puntava anche nell’instillare negli studenti una consapevolezza del loro patrimonio culturale.
Il curriculum della scuola si basava su concetti moderni di estetica e pensiero, dove la semplicità, la grandezza, la chiarezza e l’armonia erano le fondamentali caratteristiche. Gli studenti studiavano i lavori dei greci e dell’antica Roma, considerati all’epoca simboli che racchiudevano il pensiero moderno.
L’accademia era composta da due sezioni: l’accademia di pittura e scultura e l’accademia di architettura. Negli studi di pittura e scultura, si svolgevano esercizi di anatomia, geometria, prospettiva e studi dal vero con un modello nudo.
Durante i primi giorni dell’accademia, quando l’elettricità non era ancora stata inventata, gli anni scolastici erano divisi in base alla quantità di luce solare. Durante il semestre estivo, che andava da Aprile a Ottobre, gli studenti lavoravano con la luce del giorno, mentre durante il semestre invernale, lavoravano a lume di candela.
Per incoraggiare la crescita di un gusto classico e per dare accesso agli studenti ai lavori originali, l’accademia stabilì nel 1663 una serie di competizioni annuali chiamate Prix de Rome Contests. Il vincitore del contest godeva di un prolungato soggiorno a Roma presso l’Acadèemie de France à Rome. Questa filiale fu fondata dai francesi durante il regno di Luigi XIV (1643-1715), con lo scopo di garantire un’istruzione classica ai giovani artisti francesi e infine per fornire al sovrano nuovi lavori da appendere a Versailles. Questa tradizione del Prix de Rome durò 320 anni.
Dopo 168 anni di istruzione la scuola venne spostata, nel 1816, dove ancora oggi sorge, in un gruppo di palazzi storici che occupano 2 ettari di terra nel cuore del distretto universitario di Parigi. Da allora la scuola rappresenta il centro artistico sia geograficamente che socialmente di Parigi. Nel 1863, come voluto da Napoleone III, la scuola divenne indipendente dall’amministrazione e prese il nome di Ecole des Beaux Arts.
La rivoluzione studentesca del Maggio 1968 apportò profondi cambiamenti all’istituto, tra cui la fine di una tradizione durata 320 anni, ovvero i contest del Grand Prix de Rome. Lo stesso anno l’indirizzo di architettura fu rimosso dalla scuola, riducendo i corsi alle sole arti visive.
La vita studentesca presso l’accademia ha sempre favorito uno spirito di gruppo e include, tra le altre illustri “scappatelle”, il bagno annuale di mezzanotte nelle fontane di Place de la Concorde. Ai giorni nostri, gli studenti d’arte possono essere visti durante l’inverno camminare presso l’affollata Boulevard Saint-Germain indossando toghe e altri abbigliamenti di ispirazione classica.
L’ecole des Beaux Arts ha giocato un ruolo fondamentale nella storia dell’arte francese. Molti artisti francesi del XVII, XVIII e XIX secolo devono la loro istruzione a questa scuola. Alcuni tra gli artisti celebri che hanno frequentato la scuola sono Gericault, Delacroix, Fragonard, Ingres, Moreau, Degas, Monet, Renoir, Sisley.
La scuola ha anche accolto come ospiti molti studenti internazionali durante gli anni. Anche se spesso separati dalla lingua, gli studenti erano uniti dai loro obiettivi in campo artistico. Di seguito alcuni dei paesi che hanno partecipato a questi scambi interculturali: Algeria, Australia, Canada, Costa d’Avorio, Ghana, Israele, Singapore, Giappone e Stati Uniti d’America.

Cronologia vincitori

18th Century

1774, DAVID Jacques-Louis, Erasistratus Discovering the Cause of Antiochus’ Disease
1797, BOUCHET Louis-André-Gabriel, The Death of Cato of Utica
1797, BOUILLON Pierre, The Death of Cato of Utica
1797, GUERIN Pierre-Narcisse, The Death of Cato of Utica

19th Century

1801, INGRES Jean-Auguste-Dominique, Achilles Receiving the Ambassadors of Agamemnon
1808, GUILLEMOT Alexandre-Charles, Erasistratus Discovers the Cause of Antiochus’ Disease
1810, DROLLING Michel-Martin, The Wrath of Achilles
1821, COURT Joseph-Désiré, Samson and Delilah
1821, REMOND Jean-Charles-Joseph, The Rape of Proserpine
1839, HEBERT Ernest, Joseph’s Cup Found in Benjamin’s Sack
1849, BOULANGER Gustave, Ulysses Recognized by Euryclea
1850, BAUDRY Paul, Zenobia Discovered by Shepherds on the Banks of the Araxes
1850, BOUGEREAU William, Zenobia Discovered by Shepherds on the Banks of the Araxes
1857, SELLIER Charles, The Resurrection of Lazarus
1858, HENNER Jean-Jacques, Adam and Eve Finding the Body of Abel
1865, MACHARD, Orpheus in Hell
1869, MERSON Luc-Olivier, The Soldier of Marathon
1871, TOUDOUZE, Farewell of Oedipus to the Corpses of His Wife and Sons
1875, COMERRE, The Annunciation to the Shepherds
1880, DOUCET, Reunion of Ulysses and Telemacus
1883, BASCHET André-Marcel, Oedipus Damning His Son Polynices
1898, GIBERT, The Baths of Bethsaida

20th Century

1914, GIRAUD, The Passion of the Virgin
1919, RIGAL Louis-Pierre, Youth and Old Age
1925, PAUVERT Odette, The Legend of Saint Ronan
1928, UNTERSTELLER, Pastoral Concert

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